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La fantascienza, soprattutto quella televisiva e cinematografica, spesso ricicla convenzioni e simbolismi familiari che permettono allo spettatore di immedesimarsi nello story telling. Vengono in questo modo riproposte e riprodotte dinamiche tipiche del combattimento terrestre e navale anche quando in realtà, nel vuoto dello spazio in assenza di gravità, certe cose avrebbero poco senso. Si tratti degli effetti sonori delle armi da fuoco, dell'onda d'urto di un'esplosione, o delle forme dei caccia, concepiti ricalcando sagome ed areodinamica di caccia che devono volare nell'atmosfera, anche se nello spazio i flap sotto le ali o i timoni di coda non hanno alcun significato. Oppure si pensi a tutta la scienza della balistica convenzionale che ha due elementi fondamentali di cui tenere conto: la presenza di un alto e un basso e di un suolo che attira proiettili, siluri, missili e velivoli a cadere verso il basso; e la presenza di un mezzo (l'aria nel caso di aerei e proiettili, l'acqua nel caso di navi, sommergibili e siluri) che resiste naturalmente al movimento con la forza dell'attrito. Nello spazio aperto, dove non c'è atmosfera nè materia fluida, non c'è attrito e lontano dai più grandi corpi planetari, l'influenza della forza di gravità è trascurabile, almeno sulle brevi distanze. Già questo significa che una volta "lanciato", qualunque corpo fisico tende a continuare a volare nella direzione in cui è stato lanciato, senza essere frenato e senza "cadere" verso il basso. Meglio essere chiari, alcune licenze poetiche ce le prenderemo anche noi. Si tratta di quel labile confine tra realismo e verosimile che nei giochi non sempre è possibile, o sensato, rispettare alla lettera e di quei problemi per i quali ipotizzeremo la disponibilità di tecnologie che ad oggi sono aldilà del concepibile. Vedremo prima i problemi posti dall'ambiente spaziale, quindi le tecnologie utilizzabili e il modo in cui vengono usate in gioco. |
Oppure si pensi a tutta la scienza della balistica convenzionale che ha due elementi fondamentali di cui tenere conto: la presenza di un alto e un basso e di un suolo che attira proiettili, siluri, missili e velivoli a cadere verso il basso; e la presenza di un mezzo (l'aria nel caso di aerei e proiettili, l'acqua nel caso di navi, sommergibili e siluri) che resiste naturalmente al movimento con la forza dell'attrito. Nello spazio aperto, dove non c'è atmosfera nè materia fluida, non c'è attrito e lontano dai più grandi corpi planetari, l'influenza della forza di gravità è trascurabile, almeno sulle brevi distanze. Già questo significa che una volta "lanciato", qualunque corpo fisico tende a continuare a volare nella direzione in cui è stato lanciato, senza essere frenato e senza "cadere" verso il basso.
Meglio essere chiari, alcune licenze poetiche ce le prenderemo anche noi. Si tratta di quel labile confine tra realismo e verosimile che nei giochi non sempre è possibile, o sensato, rispettare alla lettera e di quei problemi per i quali ipotizzeremo la disponibilità di tecnologie che ad oggi sono aldilà del concepibile. Vedremo prima i problemi posti dall'ambiente spaziale, quindi le tecnologie utilizzabili e il modo in cui vengono usate in gioco.
Armi personali portabili
L'energia pura viene impiegata solo nelle armi portabili più grandi, assimilabili per dimensioni ai bazooka, sotto forma di proiettili di plasma accelerati da un campo magnetico. In tutti gli altri casi parliamo di proiettili fisici.
Le "armi da fuoco" personali nella nostra ambientazione sono differenziate in base all'utilizzo che se ne deve fare e in particolare all'ambiente operativo. Sparare in presenza di un'atmosfera e di temperature simili a quelle a cui è abituato l'essere umano è una cosa, sparare in assenza di atmosfera e/o esposti a temperature che possono oscillare rapidamente da -150° a +250° in funzione della presenza di ombra o luce, è ben altra. Ad esempio un'arma da fuoco convenzionale potrebbe sì sparare nonostante l'assenza di ossigeno (dato che la polvere da sparo contenuta nei bossoli contiene già un agente ossidante in grado di innescare lo scoppio), ma probabilmente riuscirebbe a sparare pochi colpi prima di incepparsi: i lubrificanti che permettono alle parti mobili di fare il loro lavoro probabilmente verrebbero seccati o vaporizzati se la pistola fosse esposta direttamente alla luce nello spazio, o si raffredderebbero al punto da congelarsi se l'arma sparasse in condizioni di ombra.
Le armi a proiettile concepite od ottimizzate per funzionare anche nello spazio aperto sono generalmente più ingombranti in quanto le parti mobili vengono ulteriormente protette da strutture di contenimento o di mantenimento della temperatura. Mentre le armi ottimizzate per l'uso nello spazio possono essere impiegate anche in presenza di un'atmosfera, questo non vale per le armi esclusivamente pensate per l´uso in presenza di atmosfera, la cui efficienza nello spazio aperto é drammaticamente ridotta.
Armi civili e per autodifesa
L´utilizzo di armi in ambito civile sulle Colonie é rigidamente controllato, anche se solo le colonie firmatarie della Convenzione hanno regole comuni universali; anche le colonie non firmatarie tendono comunque ad adottare regole analoghe. Il rischio che un danno, intenzionale o accidentale, causato da un proiettile possa mettere fuori uso apparati necessari al supporto vitale o provocare fori e fratture nelle strutture di contenimento dell´atmosfera artificiale ha portato alla messa fuori legge delle armi da fuoco per uso civile e di autodifesa fin dalle prime fasi di colonizzazione. Neanche le forze di polizia e di sicurezza operanti all´interno di stazioni orbitali, insediamenti asteroidali e vascelli spaziali sono autorizzate a farne uso.Vengono quindi autorizzate solo armi a contatto ed armi a proiettili "lenti", dotate o meno di dispositivi atti a stordire tramite impulsi elettromagnetici o sostanze chimiche. Benchè le convenzioni parlino di "armi non letali" la definizione é da prendere con le pinze.Si tenga inoltre presente che la maggior parte delle autorità coloniali, con l'eccezione di quelle fortemente militarizzate, non vede di buon occhio che i privati cittadini circolino armati.
- Bastoni: vengono comunemente prodotti ed utilizzati bastoni e manganelli, retrattili e non, di ogni tipo. Talvolta queste armi (soprattutto quelle in dotazione alle forze di polizia e sicurezza) sono dotate di elettrostimolatori che al contatto liberano scariche elettriche paralizzanti. Il loro possesso, utilizzo e trasporto é libero per i cittadini delle colonie, salvo il divieto di portarli addosso quando imbarcati su trasporti per passeggeri.
- Pugnali: formalmente vietati dalla Convenzione, coltelli in grado di perforare oltre i 10cm di profondità, sono largamente diffusi sul mercato nero e in genere le autorità ne tollerano il possesso per la difesa personale, limitandosi a controllare scrupolosamente i passeggeri dei trasporti intercoloniali. Raramente queste armi sono realizzate in metallo, essendo data la precedenza a ceramiche leggere ad alta resistenza, più economiche e più facili da mantenere in efficienza. Molte delle colonie non firmatarie della Convenzione non si prendono nemmeno il disturbo di vientare il possesso e l´uso.
- Armi da lancio: armi da lancio potenzialmente letali come pugnali da lancio ed analoghi sono espressamente vietati dalla Convenzione, anche se talvolta circolano sul mercato nero. Anche le forze di sicurezza raramente ne fanno uso.
- Pistole "fletcher": molto utilizzate dalle forze di polizia e di sicurezza, per uso privato sono vietate dalla Convenzione. Sono in grado di lanciare dardi, considerati proiettili lenti e a scarsa penetrazione, quindi non pericolose per l´integrità delle strutture. I dardi possono rilasciare sostanze chimiche od anche impulsi elettrici stordenti al momento del contatto.
- Pistole ad aria compressa: anche queste sono molto utilizzate dalle forze di polizia e di sicurezza. L´uso privato é consentito solo da poche colonie firmatarie della Convenzione. Possono sparare proiettili morbidi: gomma, siliconi, colle e gelatine. Il limitato potere di impatto dei proiettili non le rende pericolose per le strutture e raramente sono letali anche se possono causare gravi danni se colpiscono punti sensibili o causare soffocamento (nel caso di proiettili a colla o gelatine) se ostruiscono le vie respiratorie.
- Storditori elettrici: la Convenzione ne riserva l'utilizzo alle forze di polizia e sicurezza. Si tratta di armi con un dispositivo a molla, in grado di lanciare un terminale, collegato all'arma da un cavo retrattile, che al contatto con la vittima libera una violenta scarica elettromagnetica in grado di stordire o paralizzare il soggetto. La portata è limitata dalla lunghezza del cavo, che raramente supera i 3-5 metri.
Inutile dire che le restrizioni di cui sopra non si applicano alle colonie non firmatarie della Convenzione, ognuna delle quali ha regole proprie. In generale anche le colonie più malfamate ed attive nel traffico illegale di armi puniscono duramente l'utilizzo di armi da fuoco all'interno degli insediamenti.
Armi militari portabili
Sono considerate militari le armi espressamente ideate con lo scopo di uccidere. Le colonie firmatarie della Convenzione riservano l'uso di queste armi alle forze militari. In genere anche le colonie non firmatarie fanno lo stesso, ma esiste comunque un fiorente mercato nero e di contrabbando che lucra sulla vendita di armi letali a privati cittadini. La maggior parte delle colonie, anche non firmatarie della Convenzione, punisce molto duramente anche il semplice possesso di armi di questo tipo da parte dei privati cittadini. Data l´intrinseca pericolosità di queste armi e l´utilizzo di proiettili veloci, queste armi sono ottimizzate per funzionare nello spazio aperto.I proiettili per armi portabili si distinguono in perforanti ed esplosivi. Quanto ai calibri dei proiettili sono stati conservati, vuoi per tradizione vuoi per praticità di utilizzo, alcuni degli antichi calibri tradizionali, mentre alcuni sono stati completamente abbandonati e sopravvivono solo come articoli da collezione (vedi sotto).
- Lame e punte: armi da combattimento ravvicinato. Secondo la Convenzione qualunque arma a lama o punta perforante di lunghezza superiore ai 10cm é considerata letale. La maggior parte delle forze militari prevede che le truppe siano addestrate ad utilizzarle, benchè siano raramente impiegate in combattimento. Non vengono prodotte nè sono in dtazione delle forze militari armi di lunghezza superiore ai 30-35cm.
- Armi da lancio: vedere la stessa voce più sopra. Come nel caso di lame e punte di lunghezza superiore ai 10cm, le forze militari sono normalmente addestrate a usarle ma raramente vengono impiegate.
- Pistole: utilizzate come arma da lato da soldati ed ufficiali, solitamente postate in fondine agganciate a una cintura, al lato della gamba o in fondine da busto. Sono considerate armi da distanza ravvicinata e inadatte a tiri che prevedano mira precisa per distanze superiori ai 50 metri. Utilizzano proiettili fisici non esplosivi e caricatori in grado di stipare da 6 a 10 proiettili. Sono normalmente più ingombranti delle pistole contemporanee a causa dei dispositivi di contenimento e mantenimento di temperatura e lubrificazione e la ricarica tra uno sparo e l'altro è completamente automatica. Utilizzano proiettili di calibro da 7.62mm o 9mm.
- Mitragliette leggere: raramente usate se non da alcuni corpi speciali, in quanto considerate inefficaci nello spazio per usi militari, in quanto le esigenze di lubrificazione e controllo della temperatura a fronte di raffiche prolungate imporrebbero aumenti eccessivi delle dimensioni dell'arma. I pochi modelli prodotti possono sparare brevi raffiche di massimo 5 colpi intervallati da 5/15 secondi di pausa per il raffreddamento, ma a quel punto si rivelano più efficaci le pistole o i fucili da assalto a seconda delle circostanze. I caricatori ospitano da 20 a 30 ed utilizzano solo proiettili di piccolo calibro (7.62mm)
- Fucili d'assalto: sono l'arma di preferenza in ambito militare per via dell'ottimo compromesso tra potenza di fuoco e versatilità di impiego. L'ingombro dei modelli più diffusi é poco superiore a quello di un fucile M4A1 contemporaneo, con canna più corta e ingombro laterale maggiore e compatto a causa delle strutture di contenimento necessarie a garantire lubrificazione e temperatura operativa nello spazio.Prevedono l'utilizzo sia a colpo singolo che a raffica breve (3-10 colpi, con intervalli di 3-5 secondi per il raffreddamento). Montano caricatori da 10 a 30 colpi e proiettili da 7.62mm
- Fucili di precisione: normalmente utilizzati solo da forze speciali e tiratori scelti, hanno un impiego limitato nello spazio. Leggermente più lunghi dei fucili d'assalto, sparano a colpo singolo e possono essere equipaggiati con proiettili di calibro maggiore (12,97mm) e con caricatori da 6 a 12 colpi)
- Fucili di precisione: normalmente utilizzati solo da forze speciali e tiratori scelti, hanno un impiego limitato nello spazio. Leggermente più lunghi dei fucili d'assalto, sparano a colpo singolo e possono essere equipaggiati con proiettili di calibro maggiore (12,97mm) e con caricatori da 6 a 12 colpi)
- Lanciagranate: ne esistono di differenti modelli assimilabili per ingombro a una via di mezzo tra un lanciagranate contemporaneo ed un bazooka. Sono costruiti per utilizzare e lanciare diversi tipi di granate (soniche, a gas, esplosive, stordenti) normalmente sono in dotazione solo ad elementi specializzati delle truppe d'assalto.
- Lanciarazzi: più piccoli di un bazooka standard, si portano a tracolla e sono normalmente azionati tenendoli appoggiati ad una spalla. Dotati di monitor di regolazione del tiro possono lanciare razzi esplosivi concepiti, a seconda del tipo, per sfondare le paratie ed esplodere all'interno del bersaglio o per asplodere direttamente al contatto col bersaglio. Utilizzati solo dalle truppe d'assalto.
- Bazooka al plasma: simili ai lanciarazzi ma più ingombranti, vengono utilizzati principalmente per abbattere gli scudi polarizzati di strutture o navi sotto attacco. Sono armi molto imgombranti e di fatto le uniche portabili a non utilizzare proiettili fisici ma globi di plasma sparati tramite un acceleratore magnetico ad alta energia.